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Dalle Valli Cupe un esempio illuminante: un’esperienza di turismo ambientale apprezzata nel mondo(Foto)

Mercoledì 9 aprile presso il Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria ha avuto luogo un seminario sul tema “Il fenomeno Valli Cupe: una realtà di turismo ambientale sostenibile”.

Il seminario, organizzato dalla Biblioteca di Agraria nell’ambito dell’iniziativa “Lavorare è un’impresa”, ha avuto come protagonista il dott. Carmine Lupìa, che è stato uno dei promotori delle iniziative di valorizzazione delle risorse culturali e ambientali delle Valli Cupe e del più vasto territorio della Pre-Sila catanzarese. “Paradossalmente - ha raccontato il Dott. Lupìa – tutto è cominciato in Austrialia. In uno dei miei tanti viaggi, lì ho visto come venivano valorizzati turisticamente alcuni siti di interesse naturalistico con una incredibile ricaduta economica. Ho pensato che a Sersale e nei dintorni avevamo molte risorse simili che erano quasi dimenticate. Ho pensato, anzi, che avevamo molte cose in più: storia, tradizioni, gastronomia, tipicità che potevano essere un ulteriore punto di forza per avviare un qualche progetto che aiutasse non solo a riscoprire quei luoghi, ma anche rivitalizzare i territori e le comunità montane, generare occupazione, produrre reddito”.

Così, tornato a casa, Carmine lavora su quell’idea e coinvolge altri giovani amici. Nel 2003 nasce la Cooperativa Sentieri Mediterranei. Si studiano i luoghi e la cultura locale, si raffittisce la rete dei contatti e delle collaborazioni, si identificano gli attrattori turistici principali e secondari, man mano si realizza la rete infrastrutturale: si utilizzano tracciati preesistenti, rendendoli pienamente fruibili grazie al lavoro, lavoro volontario!; si implementa man mano la rete sentieristica e si crea una rete ricettiva e di servizi al turismo locale e una proposta con dei pacchetti turistici attrattivi, improntati alla valorizzazione dell’ambiente e alla sostenibilità. Nel primo anno di attività i visitatori delle Valli Cupe sono 10.000. Al quarto anno sono già 40.000.

“Figuratevi l’emozione quando a Sersale sono arrivati i primi gruppi di turisti stranieri! Oggi questa è una realtà consolidata. A noi è stato rivolto un grande interesse dei media – giornali, TV, la BBC, la CNN - e la nostra iniziativa ha avuto anche importanti riconoscimenti. Abbiamo fatto anche un lavoro culturale che ci ha aiutato a sviluppare un progetto interpretativo. In particolare – racconta Lupìa - ci siamo rivolti all’etnobotanica e all’etnozoologia, per capire come gli usi, i costumi e le credenze locali legati al mondo della natura abbiano dei fondamenti scientifici e siano tracce culturali profonde. I libri che abbiamo prodotto fissano questo tipo di conoscenza e oggi addirittura sono utilizzati in alcune università”.

Nel tempo l’attenzione si è spostata anche ad altre iniziative che riguardano l’agricoltura, l’artigianato, le tipicità locali, ovvero le attività delle popolazione locali. “Perché il turismo ambientale porti un reale beneficio alla popolazione locale – racconta Lupìa - occorre portare i turisti nei centri abitati, creare anche lì una proposta culturale attraverso la valorizzazione del patrimonio architettonico, dei musei delle tradizioni e delle produzione locali. Abbiamo così provato a promuovere delle De.Co. valorizzando prodotti locali come castagne, olio, miele, vino, o come la pitta”.

E difficoltà ce ne sono state? “Tante. Quelle non mancano mai. Sembra paradossale, ma la difficoltà più grande spesso l’abbiamo incontrata nel rapporto con le istituzioni pubbliche, con le dovute eccezioni (l’università tra queste). A volte ti trovi davanti come interlocutori persone che non hanno neanche idea delle potenzialità delle risorse di cui ci occupiamo; istituzioni e persone che rinunciano a immaginare costruttivamente percorsi reali di sviluppo per le popolazioni e che i problemi, anziché risolverli, finiscono per complicarli. Ogni tanto, fortunatamente, trovi qualcuno più sensibile capace di intravvedere delle prospettive e mettere in campo strumenti efficaci per realizzarle”.

Dopo l’intervento del dott. Lupìa si è avviato un vivace dibattito. A conclusione del seminario il Prof. Salvatore Di Fazio, delegato ai servizi di Biblioteca, ha annunciato la prossima iniziativa didattica del Dipartimento di Agraria, che a metà maggio vedrà impegnati gli studenti dei Corsi di Laurea in Scienze forestali e Ambientali in una settimana residenziale di esercitazioni pratico-applicative in bosco, proprio nei territori della Pre-Sila catanzarese. Sarà un’occasione per approfondire la conoscenza dei caratteri e delle risorse di un ambiente per certi versi unico, nonché per apprezzare direttamente l’esperienza presentata. Il ciclo di seminari “Lavorare è un’impresa” riprenderà invece a Maggio.

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