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Agraria|Resoconto dell’esperienza di Banco Alimentare

Martedì 3 maggio, davanti a un folto pubblico, si è svolto il quarto seminario del ciclo “In cerca di cibo: tra le pagine, dalla terra alla tavola, per una società conviviale”, promosso dalla Biblioteca del Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Il seminario ha avuto come tema “Lunga vita al cibo... e a noi!: cultura del dono e lotta allo spreco alimentare” e ha dato occasione al relatore, Giorgio Paolucci, di presentare il suo libro “Se offrirai il tuo pane all’affamato...” (Guerini e Associati, 2015). Paolucci – giornalista, scrittore, già vice.direttore del quotidiano Avvenire – nel libro racconta l’esperienza di Banco Alimentare, organizzazione onlus recentemente premiata ad Expo2015 per “First Aid”, unico progetto europeo riconosciuto tra le Best Practices del bando Feeding Knowledge.

In introduzione, il Prof. Salvatore Di Fazio, delegato ai Servizi di Biblioteca, ha illustrato il tema del seminario e letto i messaggi di saluto inviati dal dott. Nicola Irto, Presidente del Consiglio Regionale della Calabria, e dal dott. Giuseppe Raffa, Presidente della Provincia di Reggio Calabria. Il magnifico Rettore dell’Università di Reggio Calabria, Prof. Pasquale Catanoso, ha quindi espresso il suo personale apprezzamento per l’iniziativa del Dipartimento di Agraria e a nome della comunità universitaria ha ringraziato il Banco Alimentare per il suo prezioso lavoro nella società. “Un lavoro silenzioso – ha detto il Rettore - condotto anche in Calabria con passione e discrezione, lontano dai clamori della cronaca, e che perciò merita di esser conosciuto e apprezzato in profondità. Un lavoro che interessa molto anche l’Ateneo, se si pensa non solo alla cosiddetta “terza missione”delle Università, ma anche alla rilevanza scientifica assunta dal problema dello spreco alimentare e alla centralità del sistema agroalimentare nel Piano Nazionale della Ricerca. Il Dipartimento di Agraria è chiamato a dare un contributo in questa direzione”.
Giorgio Paolucci ha quindi illustrato la struttura e i temi del suo libro. In esso si traccia la storia di Banco Alimentare in Italia, intersecandola con il racconto delle tante storie personali di volontari, imprenditori, assistiti che vi sono implicati. “La nascita di Banco Alimentare non è il frutto di una strategia, più o meno intelligente, ma di incontri tra persone, storie e volti umani” racconta Paolucci. Così è stato per la prima Food Bank, sorta a Phoenix (Arizona,USA) nel 1967,ad opera di John van Hengel, seguendo il suggerimento di una donna in ristrettezze, madre di 10 figli, il marito in prigione. La donna si manteneva attingendo alimenti dai cassonetti dei rifiuti di un supermercato; alimenti buttati perché non commerciabili, ma ancora buoni e che avrebbero potuto sfamare molti altri poveri. Negli Stati Uniti le food bank crescono rapidamente e da lì si diffondono in tutto il mondo, fino in Europa, dove oggi sono 264. Si tratta di raccogliere gli scarti alimentari ancora utilizzabili - mettendo in rete imprese, supermercati, mense ecc. - e di depositarli in luoghi idonei per poi redistribuirli ai bisognosi attraverso le reti del volontariato. In Italia tutto comincia alla fine degli anni ’80 con Danilo Fossati, proprietario della STAR, un uomo desideroso di sostenere i poveri, in ciò guidato dalla memoria dell’esempio della madre. Il modo concreto, come il desiderio possa attuarsi, gli si chiarisce nel corso di una conversazione con don Luigi Giussani, conosciuto attraverso alcuni suoi dipendenti che gli avevano parlato dell’esperienza spagnola del Banco de Alimentos. Fossati vola in Spagna per vedere di persona come la cosa funziona, ne è affascinato e nel 1989 costituisce a Milano la Fondazione Banco Alimentare. Nel primo anno di attività vengono recuperate200 tonnellate di cibo, rifornendo 20 strutture caritative ed assistendo 2000 persone. Passo dopo passo...fino ad oggi: “Nel 2015 Banco Alimentare ha recuperato oltre 75.000 tonnellate di cibo, sfamando oltre un milione e mezzo di persone attraverso più di 8000 strutture caritative”. Paolucci offre dati, ma: “Non sono numeri. Sono persone con storie tutte diverse. Non dobbiamo pensare allo stereotipo del clochard. Sono cinquantenni che han perso il lavoro, imprenditori falliti, padri separati, anziani soli, schiavi del gratta e vinci, drogati dell’azzardo. Sono le povertà nuove, di persone fragili, dei tempi di crisi, che si aggiungono a quelle vecchie. E poi... il numero crescente dei migranti che ormai popolano le nostre città ”
I numeri della carità sono necessariamente speculari ai numeri dello spreco. In Italia si registrano annualmente 5,6 milioni di eccedenze alimentari. Il 57 % viene generato nel percorso che va dal settore primario alla ristorazione, mentre per il restante 43% responsabile dello spreco è il consumatore. Circa un quarto della spesa alimentare degli italiani non viene consumata e finisce in spazzatura. Solo il 9% dello spreco viene attualmente recuperato. C’è ancora tanto da fare: per educare, per recuperare. Dal 1997, ogni anno Banco Alimentare lancia in Italia la Colletta Alimentare. Migliaia di volontari (135.000 nel 2015) all’ingresso dei supermercati invitano a far la spesa per chi non la può fare. “Le loro casacchine gialle sono ormai famose. L’iniziativa incontra nella gente un diffuso desiderio di bene e di condivisione. A donare sono anche i più poveri, sono gli immigrati, sono i carcerati. Alla Colletta alimentare hanno aderito 21 penitenziari, detenuti per cui è importante non essere definiti solo dal male che si è commesso: scontare la pena deve condurre anche a un punto di ripartenza”. – racconta Paolucci. “Per tanta gente è un gesto di educazione alla gratuità. Alla Colletta partecipano pure tante scuole, ragazzi di ogni età”. Durante la giornata della Colletta alimentare vengono raccolte più di 9000 tonnellate di cibo presso 11.000 punti vendita. La distribuzione del cibo presso le persone più bisognose mette in gioco un’ulteriore rete di carità. “Attraverso i bisogni fondamentali, il cibo tra questi, si incontra un bisogno umano più grande. Quello di sentirsi accolti come persone, di essere aiutati a ripartire, di aver riaccesa una speranza per andare avanti”. Per questo, nota Paolucci, spesso tra chi dona e chi riceve ci si guarda negli occhi, scatta un’amicizia, perché ci si trova accomunati da uno stesso desiderio, uno stesso destino.
Alla rete del volontariato corrisponde anche una mobilitazione tra le imprese. Sono oltre mille le aziende che in Italia donano al Banco Alimentare, trasformando così l’eccedenza in risorsa: meno oneri per smaltire, meno danni all’ambiente; si dà una mano a chi è in difficoltà. L’intervento di Giorgio Paolucci affronta anche aspetti più tecnici come l’organizzazione logistica di Banco Alimentare e l’attuale normativa italiana, nella quale si incoraggia la cultura del dono.
La seconda parte del seminario ha dato spazio alle esperienze locali.Il dottor Giuseppe Bognoni, responsabile di Banco Alimentare per la Provincia di Reggio Calabria, ha delineato l’esperienza condotta in regione, ormai ventennale. Lo scorso anno in Calabria il Banco ha distribuito circa 7000 tonnellate di prodotti alimentari, corrispondente a un valore commerciale di oltre 10 milioni di euro. Le persone assistite attualmente sono oltre 114.000. Di queste, 86.000 lo sono in modo continuativo, variamente distribuite tra le province calabresi. Il senso di questa esperienza si può riassumere nelle parole che Papa Francesco ha rivolto ai volontari nella recente udienza dello scorso 6 ottobre, riportate in introduzione al libro di Paolucci: “La fame oggi ha assunto le dimensioni di un vero scandalo che minaccia la vita e la dignità di tante persone (...). Ogni giorno dobbiamo confrontarci con questa ingiustizia, mi permetto di più, con questo peccato, in un mondo ricco di risorse alimentari, grazie anche agli enormi progressi tecnologici, troppi sono coloro che non hanno il necessario per sopravvivere (...) sempre più anche nelle società ricche e sviluppate (...). Continuate con fiducia questa opera, attuando la cultura dell’incontro e della condivisione. Certo, il vostro contributo può sembrare una goccia nel mare del bisogno, ma in realtà è prezioso! Insieme a voi, altri si danno da fare, e questo ingrossa il fiume che alimenta la speranza di milioni di persone.”
Agli interventi dei relatori è seguito un vivace dibattito, nel corso del quale sono intervenuti anche diversi esponenti del mondo del volontariato. Si è sottolineata la necessità di educare i più giovani a reimparare il valore del cibo e ad avere atteggiamenti meno consumistici. Sono emersi tanti altri bisogni specifici, come ad esempio quello degli alimenti per la prima infanzia o di medicine. Il Sindaco di Palizzi, Walter Scerbo, ha rimarcato la necessità di limitare anche gli sprechi idrici, raccontando le iniziative intraprese al riguardo, ed ha ringraziato il Banco Alimentare per l’assistenza offerta alle tante famiglie del suo comune messe in ginocchio dalle disastrose conseguenze dell’alluvione del 2015.
In conclusione il prof. Di Fazio, ringraziando gli intervenuti, ha auspicato un fattivo coinvolgimento del Dipartimento di Agraria nella rete di solidarietà tessuta da Banco Alimentare, secondo le sue specificità di competenza e di missione.
La prossima settimana si svolgerà l’incontro conclusivo del ciclo di seminari della Biblioteca di Agraria. Mercoledì 11 maggio alle ore 17, avrà luogo un singolare ed interessante seminario in forma di concerto. Protagonista sarà Carlo Muratori, scrittore e cantautore siciliano tra i più noti della scena nazionale. Muratori, insieme ai suoi musicisti, presenterà “in parole e note” il suo ultimo libro-cd “Sale”, impreziosito dalla collaborazione di Franco Battiato.

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