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Intervista con il Prof. Giovanni Gulisano neo direttore del Dipartimento di Agraria

Chi è il prof. Giovanni Gulisano, Direttore del Dipartimento dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria

Nato a Pedara (CT) nel 1959, consegue la laurea in Scienze Agrarie con lode presso l’Università degli Studi di Catania nel 1983; nel periodo successivo alla laurea frequenta l’Istituto di Economia e Politica Agraria della predetta Università, collaborando, come titolare di contratto, a diversi programmi di ricerca; nel 1986 è vincitore del concorso per ricercatore universitario presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Reggio Calabria, dove assume servizio presso l’Istituto di Economia e Pianificazione Territoriale. É vincitore di concorso per titoli ed esami a Professore Universitario di seconda fascia (Associato) assumendo servizio nel novembre del 1992 presso la Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Cagliari. Dall’1 novembre 1995 viene chiamato per trasferimento dalla Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Reggio Calabria a coprire la cattedra di Economia e Politica Agraria. Dall’1 novembre 2002 è Professore Straordinario di Economia ed estimo rurale presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria. Dall’1 novembre 2005 è confermato nel ruolo dei Professori Ordinari. La produzione scientifica, documentata da numerose pubblicazioni anche su riviste nazionali ed internazionali, ha riguardato prevalentemente lo studio delle problematiche produttive e di mercato delle più importanti specie dell’agricoltura meridionale, nonché l’impatto dell’intervento pubblico sia sui redditi e l’occupazione degli addetti al settore primario e sia sugli aspetti ambientali.

In ambito istituzionale, nel 2004 ha ricoperto la carica di Presidente del Consiglio di Classe n. 20 - Ambito “Produzioni e Tecnologie Agrarie”, comprendente i Corsi di Laurea in: Scienze e tecnologie agrarie, Scienze e tecnologie alimentari, Produzioni vegetali, Produzioni animali in area mediterranea e Gestione tecnica e amministrativa in agricoltura. Da maggio 2004 a ottobre 2010 è stato Direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-forestali e Ambientali (DiSTAfA). Nel novembre 2005 è stato eletto Coordinatore del Collegio dei Direttori di Dipartimento dell’Ateneo di Reggio Calabria. Da maggio 2007 a ottobre 2010 ha ricoperto il ruolo di rappresentante dell’area disciplinare di Agraria per la componente dei Direttori di Dipartimento nel Senato Accademico dell’Università degli Studi di Reggio Calabria. Da novembre 2010 è stato coordinatore del Dottorato di Ricerca in “Sviluppo Rurale, Scienze e Tecnologie delle Produzioni Agroforestali e Zootecniche”. Da novembre 2012 è Direttore del Dipartimento di AGRARIA, dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, istituito a seguito dell’applicazione della Legge n. 240 del 2010 (Riforma Gelmini).

Come si è giunti alla decisione di costituire ad Agraria un unico dipartimento?

Dopo l’approvazione del nuovo Statuto, elaborato in base alle disposizioni della legge 240/10, meglio nota come “riforma Gelmini”, la definizione del nuovo assetto istituzionale dell’Ateneo ha visto la nascita del nuovo Dipartimento di Agraria, frutto della fusione della Facoltà di Agraria e dei tre Dipartimenti (DiSTAfA, GESAF e BIOMAA) realizzatasi a seguito di un percorso condiviso che ha visto il pieno coinvolgimento di tutto il personale docente e tecnico-amministrativo che ha sottoscritto in data 23 maggio 2012 la proposta di costituzione del Dipartimento.

L’obiettivo è quello di soddisfare la domanda di didattica e di ricerca nei campi delle scienze agrarie, forestali, territoriali e ambientali, nonché delle scienze e tecnologie agroalimentari, riconosciuti di rilevanza strategica a livello nazionale e nei programmi di investimento e sviluppo delle “Regioni convergenza” e, in particolare, della Regione Calabria e di tutto il tessuto socio-economico e produttivo della stessa.

Nel documento di costituzione del Dipartimento si sono di concerto individuate le seguenti mission o Aree strategiche di attività: Ricerca e trasferimento tecnologico; didattica e alta formazione; rapporti con il territorio; internazionalizzazione; fund rising; azienda agraria; programmazione e gestione delle risorse strumentali e finanziarie.

Quali sono le priorità che si è posto per la gestione della Dipartimento?

Indubbiamente, la necessità prioritaria in questo nuovo percorso è quella di ritrovare un nuovo slancio di responsabilità per contribuire con ancora maggiore impegno a rendere il nuovo Dipartimento in grado di trovare la sua legittimazione quale attore fondamentale per lo sviluppo della ricerca e del trasferimento tecnologico, nonché per la formazione di qualificati ricercatori e professionisti.

In primis, occorrerà accompagnare la progettazione e costruzione ex novo della struttura organizzativa, gestionale e funzionale del nuovo soggetto, al fine di agevolare al meglio una fase di transizione difficile ed onerosa col precipuo intento di raggiungere, nel più breve tempo possibile, il nuovo assetto dal quale ripartire in condizioni di piena funzionalità e competitività.

Bisognerà definire compiti e responsabilità di ciascun ufficio e servizio, favorendo il dialogo e le sinergie. La gestione dovrà essere impostata in base a criteri meritocratici finalizzati alla flessibilità operativa, alla massima trasparenza e al più ampio coinvolgimento nei processi decisionali.

Qual è la cosa che le preme più di altre realizzare?

Non v’è dubbio che l’affermazione e la crescita del Dipartimento passano necessariamente attraverso il lavoro e la collaborazione di tutti i suoi componenti. Il mio impegno sarà costantemente orientato verso la promozione di una gestione collegiale di tutti i soggetti: personale docente, personale tecnico-amministrativo e studenti, affinché tutti possano far propri gli elementi che considero indispensabili per fare vivere e crescere il nostro Dipartimento: Condivisione, Partecipazione, Senso di Responsabilità e Appartenenza.

In particolare, la ricerca scientifica deve diventare sempre più la forza trainante del Dipartimento e ad essa dovrà essere dedicata la massima attenzione, assicurando le migliori condizioni di lavoro.

Grazie all’intenso lavoro portato avanti negli ultimi anni dalla Facoltà e dai Dipartimenti, Agraria possiede, e vedrà incrementato nel breve periodo, un notevole potenziale in termini di dotazioni strutturali e strumentali, da valorizzare in un’ottica di efficacia, efficienza e competitività. La sostenibilità della ricerca imporrà un sempre maggiore impiego di risorse umane coinvolte nell’attività per il reperimento di fondi, nonché di supporto alle connesse attività di progettazione e rendicontazione.

Un ulteriore elemento fondante è rappresentato dall’irrinunciabile azione di promozione dell’integrazione fra il sistema della ricerca e il sistema produttivo attraverso l’individuazione, la

valorizzazione e la diffusione di nuove conoscenze. E’ ormai assodata la consapevolezza che la gran parte delle risorse sarà disponibile attraverso questa fondamentale attività.

Contribuire ad accrescere la capacità competitiva delle piccole e medie imprese, anche attraverso la nostra azione nell’ambito del Polo di Innovazione per le Filiere Agroalimentari di Qualità e del futuro Distretto Agroalimentare ad Alta Tecnologia e di iniziative simili anche in altri ambiti, diventerà la sfida per lo sviluppo del nuovo Dipartimento.

Passando alla didattica, il D.L. n. 19 del 27 gennaio 2012, in applicazione dell’art. 5 della L. n. 240 del 2010, prevede a breve la piena introduzione del sistema di accreditamento iniziale e periodico dei Corsi di Studio e delle sedi universitarie, della valutazione periodica della qualità e dell’efficienza e dei risultati conseguiti, nonché il potenziamento del sistema di autovalutazione della qualità e dell’efficienza delle attività didattiche e di ricerca. L’elemento portante dell’intero sistema integrato dovrà fondarsi su: autovalutazione/valutazione periodica/accreditamento, da qui l’acronimo AVA, che secondo le indicazioni date saranno la garanzia interna della qualità nei Corsi di Studio, nei Dipartimenti e nell’intero Ateneo

L’impostazione della nuova didattica, quindi, deve aver chiaro il concetto di qualità riferito al grado con cui le caratteristiche del sistema formazione soddisfano i requisiti stessi e il grado di vicinanza tra obiettivi prestabiliti e risultati ottenuti. Appare necessario, quindi, avviare un confronto costruttivo per verificare la sostenibilità della nostra offerta formativa, sia a Reggio Calabria che nella sede decentrata di Lamezia Terme. Verranno avviate le procedure per la valutazione delle prestazioni attraverso l’attivazione di una Commissione paritetica studenti/docenti.

Prof. Gulisano, perché mai un giovane dovrebbe scegliere Agraria della Mediterranea? Cosa potrà offrire nel futuro?

Ritengo che il percorso di studi offerto da Agraria, per le sue peculiarità, possa permettere ad un giovane di formarsi da un duplice punto di vista sia tecnico che scientifico, permettendo di acquisire un bagaglio di conoscenza completo sotto molteplici aspetti. I campi di interesse possono riassumersi in tre le parole chiave: Agricoltura, Ambiente e Alimenti, che trovano concreto riscontro in una specifica offerta formativa, strettamente legata all’ambiente, al territorio e al mondo produttivo, puntando sia sulla flessibilità professionale sia alla specializzazione e allo sviluppo di metodi di ricerca.

Il Dipartimento di Agraria, in continuità con le iniziative intraprese dalla Facoltà e dalla strutture di ricerca collegate, intende rafforzare il suo ruolo come polo di riferimento a livello regionale e, contemporaneamente, come uno dei principali centri scientifici nell’ambito di una rete integrata di formazione, competenze, ricerca e innovazione con gli altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.

L’obiettivo è quello di formare una figura professionale volta ad approfondire gli aspetti della progettazione e dell’erogazione di servizi alle aziende agricole, forestali e agro-alimentari, ma anche alle Istituzioni e al territorio nella sua interezza. Agraria offre anche una formazione che può essere spesa nelle problematiche che riguardano la salvaguardia ambientale ed in generale il settore primario volto alla produzione non solo di beni monetizzabili ma anche, ed oggi sempre di più, alla produzione, cura, mantenimento, salvaguardia e valorizzazione dei beni pubblici (ambiente, paesaggio, territorio, difesa idrogeologica, qualità alimentare, ecc).

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