La nuova scelta dei giovani: entrare in Agricoltura
Il vecchio stereotipo del contadino non esiste più. L'agricoltura è giovane ed è sorprendente la quantità di mail inviatemi da giovani uomini e donne che mi chiedono indicazioni su come intraprendere questa strada. A noi il compito di sostenerli e aiutarli, al mondo dei media quello di raccontare un settore strategico dell’economia italiana uscito finalmente dal cono d'ombra cui era stato relegato....
Questo il commento del ministro Luca Zaia al nuovo Rinascimento agricolo italiano che ci proponiamo di analizzare in questo dossier, attraverso dati numerici, testimonianze dirette di giovani imprenditori agricoli e dichiarazioni di giornalisti, scrittori, conduttori televisivi e giovani personaggi del mondo dello sport e dello spettacolo.
Dalla ricerca Censis sono individuabili quattro differenti gruppi tipologici di imprenditività agricola emergente: le imprese market driven e market oriented; aziende guidate da giovani; i segmenti attivi di filiera ad alto potenziale di crescita; produttori di seminativi ed altre commodity.
Le aziende guidate da giovani dinamici e innovativi (16,6% del campione) prediligono la leva dell'innovazione e, puntando su politiche commerciali alternative selettive, riescono a collocarsi in nicchie di mercato remunerative.
Gli imprenditori alla guida delle aziende di questo cluster sono contraddistinti da due caratteristiche molto particolari: un'età anagrafica decisamente bassa per il sistema agricolo nazionale, con il 51% dei titolari con un'età inferiore ai 40 anni e una spiccata omogeneità culturale, che si concretizza in comportamenti manageriali e in un approccio al mercato orientati alle più moderne strategie disponibili.
Sono imprese non ancora completamente mature sotto il profilo della struttura interna, hanno un fatturato medio di poco superiore ai 500.000 euro ed un'organizzazione che può contare su circa 14 addetti, ma che, agendo con intensità sulla leva commerciale e su quella dell'innovazione, hanno tutte le carte in regola per entrare quanto prima nell'alveo dei big player dell'agricoltura italiana.
La crescita del fatturato, che nel 2007 si è registrata presso il 68% delle aziende del gruppo, è l'elemento che meglio fotografa la situazione economica in cui si trovano. Una crescita dovuta proprio all'ingresso in nuovi mercati e al tentativo di attrarre sempre nuovi segmenti di clientela caratterizza l'attuale fase in cui si trova il 32% delle aziende del gruppo, a fronte di una media del campione pari al 21,3%. Anche le giovani imprese di questa tipologia hanno deciso di dotarsi di una risorsa professionale autonoma responsabile della fase commerciale e distributiva, figura presente nel 52% dei casi.
Per il 32% di queste aziende, l'introduzione di innovazioni tecniche è considerato il principale fattore che contribuisce all'attuale fase di crescita economica.
In prevalenza legate al comparto vite-olio, cui appartengono nel 40% dei casi, tra queste aziende si osserva anche una significativa presenza nei seminativi (32%).
Il miglioramento qualitativo della produzione è l'obiettivo verso cui tende il 685 dei componenti del presente cluster, un obiettivo che perseguono attraverso politiche altamente selettive e raffinate quali la diversificazione varietale e la sperimentazione di nuove cultivars o razze. La tendenza a sperimentare è diffusa con percentuali di 10 punti superiori rispetto alla media complessiva, 36% contro 26,7%, a testimonianza della curiosità che li contraddistingue e del loro desiderio di valorizzare l'enorme contributo che la ricerca scientifica può apportare al mondo agricolo. Inoltre il 72% si avvale di un marchio aziendale autonomo ed intrattiene rapporti diretti con la rete distributiva. Tutti, inoltre, sembrano disporre di uno spaccio interno o di un agriturismo a completamento della propria attività commerciale.
Dalla ricerca è inoltre emerso che l'esperienza imprenditoriale è per gran parte degli imprenditori contattati una risorsa da trasmettere alle generazioni future. Solo nel 4 % dei casi considerati si è rilevato che gli interessati scoraggiavano i figli dall'intraprendere la propria strada, mentre nel 75% dei casi i figli ed i famigliari sono incoraggiati ad entrare in azienda, cui si aggiunge un 34,7% che investe in specifici percorsi di studio per i membri della famiglia affinché essi acquisiscano le competenze necessarie ad operare nella struttura produttiva.
La ricerca evidenzia infine che complessivamente, nel 23.4% delle aziende analizzate le donne assumono o da sole o insieme ad altre figure professionali una funzione imprenditoriale e direttiva importante. Il dato, seppur ancora piuttosto contenuto, getta una luce positiva sul futuro e sul ruolo propositivo ed attivo che le donne hanno oggi in molte imprese agricole emergenti.