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Intervista alla dott.ssa De Luca vincitrice del programma "Futuro in Ricerca 2012"


Anna Irene De Luca laureata con 110/110 e lode in Scienze e Tecnologie Agrarie presso l’Università degli Studi “Mediterranea” di Reggio Calabria, ha conseguito nel 2004 il Diploma di Master Avanzato in Economia e Politica Agraria presso il Centro per la Formazione in Economia e Politica dello Sviluppo Rurale di Portici (Università di Napoli Federico II); nel 2007 Dottorato di ricerca in Economia e Politica Agraria presso l’Università degli Studi di Palermo, attualmente assegnista di ricerca presso il DiSTAfA dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria per lo svolgimento di attività di ricerca nell’ambito del settore scientifico-disciplinare AGR/01 Economia ed Estimo Rurale.

In sintesi, quali sono i punti principali contenuti nel tuo progetto, gli aspetti innovativi?

Il progetto di ricerca si pone l'obiettivo di sperimentare modelli di gestione sostenibile delle risorse nei sistemi agricoli anche con la finalità di fornire utili informazioni sia agli imprenditori, per supportare i problemi di scelta, sia al decisore pubblico per la definizione delle politiche di sviluppo agricolo. Il progetto di ricerca tiene conto della complessità della problematica, articolando operativamente l'analisi a diversi livelli, in funzione di tre generali domande di ricerca a cui si cercherà di dare risposta: quali possibili protocolli sperimentali innovativi per la gestione sostenibile delle risorse (suolo, acqua, energia) quali le ricadute economico/politiche dell'applicazione di tali sistemi innovativi? quali i metodi per la partecipazione pubblico/privata alla gestione sostenibile?

Il progetto verrà condotto in un'ottica di sistema integrato che permetterà di arrivare alla definizione di un protocollo sperimentale multidisciplinare a cui associare un opportuno set di indicatori (ambientali, economici e sociali) applicabile a differenti realtà aziendali agricole italiane per la sperimentazione di modelli alternativi di gestione delle risorse. Il progetto è articolato in tre filoni di ricerca principali e relativi alle risorse oggetto di analisi sperimentali: macrosistema suolo, macrosistema acqua e macrosistema energia.

Il progetto di ricerca proposto ha una connotazione di carattere multidisciplinare poichè coinvolge nelle diverse Unità di Ricerca competenze nei settori dell'economia, agronomia, idraulica e meccanica agraria.

In particolare le valutazioni di impatto economico e le problematiche di sperimentazione inerenti la risorsa suolo saranno svolte dall’Unità di Ricerca di Reggio Calabria il cui staff di ricerca è composto dalla sottoscritta e dal Prof. Giovanni Gulisano, per quanto riguarda il settore scientifico disciplinare dell’Economia ed Estimo Rurale, nonché dal gruppo di Idraulica Agraria e Sistemazioni Idraulico-forestali composto dal Prof. Santo Marcello Zimbone, dal Dott. Giuseppe Bombino e dal Dott. Demetrio Zema.

L’Unità di Ricerca di Catania, il cui responsabile scientifico è il Prof. Attilio Toscano del settore di Idraulica Agraria e Sistemazioni Idraulico-forestali, sarà impegnata principalmente nelle indagini relative alla gestione sostenibile della risorse idriche; l’Unità di Ricerca di Bologna, con il Prof. Giovanni Molari ed il dott. Matteo Vittuari, e di Sassari con la dott.ssa Giovanna Seddaiu svolgeranno in particolare le analisi e sperimentazioni per la valorizzazione delle biomasse residuali a scopi energetici.

L’approccio multidisciplinare ed integrato delle attività e dei risultati della ricerca, rappresentano il vero e proprio carattere di innovatività del progetto che prevederà la messa in comune delle conoscenze e delle risorse complementari al fine di affrontare le problematica di ottimizzazione dell'uso delle risorse, in una prospettiva sistemica anche attraverso la responsabilizzazione degli stakeholders locali per una loro attiva partecipazione al trasferimento delle conoscenze sulle tecniche di gestione sostenibile. Lo sforzo di costante integrazione tra i componenti delle Unità di Ricerca e quindi tra le attività culminerà con la predisposizione di una metodologia di analisi comune che permetterà di uniformare i dati sperimentali, monitorare le principali variabili ambientali ed infine di validare il protocollo in tutti i campi sperimentali delle diverse sedi coinvolte nel progetto.

Il progetto prevede inoltre la collaborazione con numerosi organismi di ricerca nazionali e internazionali: il Grupo de Erosión y Conservación de Suelos del Centro de Edafologia y Biologia Aplicada del Seguro - Consejo Superior de Investigaciones Cientifica (CEBAS-CSIC, Murcia, Spagna), l’Università Agricola di Tirana (Albania), l'Università del Missouri (USA), il “Water Research Institute” Institut de Recerca de l'Aigua dell'Università di Barcellona e l'“Institute for Sanitary Engineering and Water Pollution Control - University of Natural Resources and Applied Life Sciences, BOKU, di Vienna. Il CRA-CIN (Centro di ricerca per le colture industriali, Bologna), l'USDA-ARS, Grassland, Soil and Water Research Laboratory di Temple (Texas, USA).

Quando inizierà l’attività di ricerca e quali le prossime tappe?

Siamo attualmente a poco più di un mese dal decreto di approvazione dei progetti. Stiamo procedendo per completare le procedure di assegnazione dei finanziamenti pertanto speriamo che, tempi tecnici pemettendo, si possa iniziare a lavorare già dal mese prossimo. La prima tappa sarà sicuramente un incontro tecnico-operativo tra i responsabili delle Unità di Ricerca per concordare e pianificare le attività future che come previsto da progetto sono suddivise in 5 workpackages, da svolgersi nell’arco di 36 mesi, e relativi a: coordinamento; analisi di contesto; messa a punto di un protocollo metodologico comune; attività sperimentali di gestione sostenibile e casi studio aziendali; sviluppo di opzioni gestionali sostenibili; disseminazione dei risultati.

Consiglieresti ad un giovane di intraprendere gli studi in agraria e diventare dottore agronomo? Se ‘si’ per quali motivi?

La scelta di intraprendere questa strada, deve ovviamente essere basata principalmente su inclinazioni e desideri personali. Tuttavia posso tranquillamente affermare che gli studi in agraria sono un percorso che può riservare molte soddisfazioni, tenendo sempre ben presente che l’agronomo, come riconosciuto nella maggior parte dei paesi europei, è a tutti gli effetti un “ingegnere” che si occupa di organizzare, sviluppare e migliorare l'agricoltura, nell’accezione più ampia, sia a livello scientifico che tecnico. Un’acquisizione di competenze, quindi, che richiede necessariamente un percorso di studi che sia il più possibile valorizzante e che, anche per impegno, non è secondo a nessuno.

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