Il Manuale di buone pratiche di gestione forestale in Calabria: i rimboschimenti di conifere (http://robinwoodplus1.wordpress.com/downloads) ha contribuito a suscitare un rinnovato interesse tra gli operatori europei per due specie forestali calabresi: pino calabro (Pinus nigra Arn. ssp. laricio Poiret var.Calabrica Delamare), sinonimo di pino laricio (Pinus laricio Poiret), e abete bianco di Serra San Bruno (Abies alba Mill.).
L’area naturale di vegetazione del pino calabro, specie a rapido accrescimento, ricade nella Sila, Aspromonte ed Etna. Il legno è differenziato in alburno chiaro e durame bruno roseo con anelli ben distinti. In alcune zone della Sila (Gallopane) esiste una buona percentuale di individui vetusti con durame rosso ben distinto, detto “vetullo”, di alto pregio tecnologico. Il legname trova impiego attualmente per travi, imballaggi e biomasse vergini per scopi energetici.
Per l’abete bianco di Serra San Bruno si ipotizza l’esistenza di una distinta entità sottospecifica indicata come varietà apennina, che ne evidenzia le differenti caratteristiche morfologiche ed ecologiche rispetto alle popolazioni settentrionali. Tra queste hanno suscitato un particolare interesse la maggiore tolleranza nei confronti della siccità estiva, la maggiore rapidità di accrescimento e la resistenza alle avversità ambientali. Il legno biancastro a durame indifferenziato con anelli annuali evidenti, può essere impiegato per travi, morali, pallet e biomassa vergini per scopi energetici.
di Francesco Mercurio
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