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Le Linee di intervento della CRUI alla vigilia del nuovo anno accademico

Documento approvato all’unanimità dall’Assemblea del 25 settembre 2008 1. Alla vigilia di un nuovo anno accademico che si preannuncia estremamente difficoltoso e problematico per gli Atenei, la CRUI ritiene opportuno indicare con chiarezza le linee alle quali intende ispirare la sua azione nei prossimi mesi, ribadendo in primo luogo il proprio impegno a contribuire a una rapida definizione di provvedimenti legislativi e normativi che, entro una strategia coerente e coordinata, affrontino con decisione e volontà di rinnovamento le maggiori criticità e urgenze riguardanti la vita universitaria. 2. La CRUI individua tra le priorità alle quali dedicarsi e sulle quali sollecitare una larga convergenza: - la governance degli Atenei, attualmente vincolata da una normativa superata e che va conseguentemente rivista in funzione di un coerente e rinnovato modello istituzionale, riconsiderando in tale prospettiva il complesso delle funzioni decisionali, la composizione dei vari organi, il loro ruolo e le loro responsabilità nella programmazione e nella allocazione delle risorse e prevedendone un assetto che eviti ogni accusa di autoreferenzialità della componente accademica. Parallelamente andranno sviluppati efficaci sistemi di verifica, controllo e certificazione della qualità delle funzioni istituzionali assolte, da affidare a soggetti terzi; - le modalità di reclutamento della docenza, ponendo fine alla assurda situazione che vede una legge in vigore non applicata (anche perché oggettivamente inapplicabile per le conseguenze alle quali darebbe luogo) e riattivata invece una normativa già abrogata e sulla quale sono state espresse forti riserve. Va pertanto al più presto individuato, approfondito e reso operativo un sistema in due fasi: la prima di valutazione/abilitazione scientifica dei candidati, da esercitare in un contesto comparativo a livello nazionale; la seconda, da attribuire alle responsabilità e alle prerogative della sede che chiama o che promuove alla fascia superiore, i cui comportamenti vanno a loro volta vincolati a regole di trasparenza e irreprensibilità. Sembra indispensabile, a questo fine, non preoccuparsi solo della composizione e delle modalità di designazione delle commissioni giudicatrici nazionali e di quelle selezionatrici locali, rispetto alle quali si possono in ogni caso immaginare elementi maggiori di garanzia e di efficacia. Occorre altresì prevedere requisiti e condizioni da rispettare nel corso delle procedure di valutazione, che determinino una più attenta e meglio garantita considerazione delle qualità, dei meriti, dell’impegno accertato degli aspiranti. Con riferimento alla prima fase di valutazione del lavoro scientifico a livello nazionale, si potrebbe ad esempio attribuire una particolare rilevanza ai titoli scientifici prodotti nell’ultimo quinquennio, ovvero, nel caso di do-centi già in servizio, a quelli prodotti dopo la conferma nella posizione in godimento. Ma vari altri passaggi vincolanti potrebbero essere individuati, anche in raccordo con le competenze proprie del CUN. Il nuovo sistema, una volta definito, andrà esteso al reclutamento dei ricercatori a tempo indeterminato, regolamentando nel contempo la figura del ricercatore a tempo determinato, da intendersi non come aggiuntiva ma come sostitutiva delle attuali posizioni post doc, rivedendone e migliorandone le condizioni e le garanzie, e prevedendo forme di tenure track per il passaggio a tempo indeterminato; - alcuni aspetti dello stato giuridico della docenza, rideterminando, in particolare, il rapporto diritti/doveri, sia rendendo esplicita e vincolante l’entità dell’impegno complessivo annuale al quale sono tenuti i professori a tempo pieno (assumendo come possibile riferimento le 1512 ore già individuate dal Ministero ai fini della determinazione del costo del personale docente nella partecipazione a progetti di ricerca comunitari e a progetti Prin), sia riconsiderando in quel che ha di superato o di discriminatorio l’attuale regime delle incompatibilità. E vanno riviste le articolazioni e le progressioni delle carriere, oggi solo per anzianità, prevedendo verifiche periodiche dell’attività svolta e che una parte della connesse retribuzioni possa essere invece definita a livello locale in relazione agli impegni istituzionali e aggiuntivi effettivamente assolti e alla capacità di acquisire risorse per la ricerca; - il dottorato di ricerca, la cui revisione va collegata ai processi di ripensamento in materia in atto anche a livello europeo, nella prospettiva sia di un innalzamento degli standard richiesti per l’attivazione e l’accreditamento delle relative scuole, anche promuovendo soluzioni interateneo e una più marcata internazionalizzazione, sia di una maggiore funzionalità e valorizzazione delle attività di terzo livello rispetto agli esiti lavorativi; - la formazione degli insegnanti, da imperniare su percorsi didattici universitari nel quadro delle lauree magistrali seguiti da tirocini abilitanti, valorizzando le esperienze positive ricavabili dalle SSIS; - il diritto allo studio, rivedendone i criteri e le risorse assegnate, nel quadro di una più complessiva riconsiderazione della condizione studentesca che tenga conto delle trasformazioni intervenute nell’offerta formativa e nei relativi ordinamenti e dei mutati bisogni ai quali fare fronte con una più adeguata offerta di servizi; - il trasferimento tecnologico, sviluppando e potenziando le iniziative al riguardo già in atto negli Atenei e in raccordo con le imprese, al fine di meglio promuovere, diffondere e valutare i processi di innovazione e di valorizzazione della ricerca fondamentale e applicata all’interno del sistema-Paese. 3. La CRUI riafferma nel contempo l’urgenza di riprendere al più presto l’iter per l’attivazione di un sistema nazionale di valutazione dell’università e della ricerca, che sia in grado di misurare con piena attendibilità, omogeneità e trasparenza i risultati prodotti dai singoli Atenei, anche in vista di una conseguente e motivata attribuzione delle risorse. La CRUI ritiene indispensabile che in tale prospettiva vengano mantenuti e sviluppati (e adeguatamente finanziati, superando al più presto il blocco in atto) i servizi e l’azione di monitoraggio e valutazione finora svolti dal CNVSU e dal CIVR, fatta salva la loro confluenza, quanto prima, nel nuovo organismo. 4. La CRUI sottolinea parimenti l’importanza, all’interno del sistema universitario italiano, della componente non statale, rilevante per una più equilibrata e plurale offerta formativa nel quadro di una competizione volta all’incentivazione della qualità nella diversificazione delle proposte curricolari. La CRUI ritiene che occorra correttamente distinguere tra università non statali e università telematiche, la cui proliferazione rende urgente una riconsiderazione della specificità delle regole e delle garanzie che devono presiedere al loro funzionamento. Un sostegno adeguato al sistema universitario non statale, nel quadro della legislazione vigente e degli elementi di specificità che questa assicura, non può in ogni caso prescindere da indispensabili interventi che rigorosamente valutino, selezionino e verifichino progetti e realtà, proposte e risultati, in funzione sia dell’allocazione di risorse sia di un’efficace e compiuta valutazione all’interno del sistema universitario nazionale. 5. La CRUI si riserva di produrre su ciascun punto - e su altri qui per brevità non richiamati - proposte più articolate e motivate, secondo indicazioni e principi già condivisi e approvati in precedenti assemblee. Nel ribadire il proprio incondizionato impegno a operare per il rinnovamento e la riqualificazione funzionale di aspetti centrali della vita universitaria, la CRUI fa d’altra parte presente che non sono concepibili interventi minimamente significativi e credibili in tale direzione che abbiano come unico riscontro, sul piano finanziario, le misure previste dalla Manovra triennale approvata dal Parlamento prima della pausa estiva. Tali misure sono pesantemente aggravate dalla nuova Legge finanziaria appena presentata dal Governo, che prevede per il 2010 una diminuzione del Fondo di finanziamento delle università addirittura di 700 milioni (più del 10% dell’attuale Fondo) e tagli drastici per le università non statali. Deve essere sin d’ora chiaro che con interventi di tale entità sarà impossibile per le università pubbliche anche solo pagare le retribuzioni del personale. È evidente che a fronte di una tale situazione e delle pro-spettive che ne conseguono non possono non manifestarsi negli Atenei diffusi sentimenti di profondo allarme e frustrazione. La CRUI ha piena consapevolezza della fase molto difficile e quanto mai incerta che l’economia internazionale e quella nazionale stanno attraversando. Una attenta riconsiderazione e, per quanto possibile, un ridimensionamento delle spese di propria competenza, è, senza alcun dubbio, un comportamento al quale gli Atenei devono sentirsi tutti tenuti. Ma non si possono imporre alle Università, statali e non statali, sacrifici oggettivamente non sopportabili, quali quelli per il momento previsti, senza tenere conto delle loro conse-guenze, inevitabili e di portata dirompente per il sistema, con danni irreversibili per il Paese. 6. La richiesta, pressante e urgente, che la CRUI e l’intero mondo accademico hanno avanzato nelle scorse settimane e che ora rinnovano, alla ripresa delle attività e in vista della della discussione in Parlamento della nuova Legge finanziaria è, dunque, che si ritorni al più presto sui contenuti della Manovra, sia garantendo la copertura degli incrementi retributivi automatici del personale, sia rivedendo la misura e le modalità di applicazione del blocco sul turn over (che ha effetti particolarmente pesanti e distorcenti per i giovani), sia riassegnando progressivamente al sistema universitario le risorse che verrebbero ricavate dai tagli previsti. La riassegnazione dovrà beninteso avvenire secondo criteri e parametri ben definiti e vincolanti, in vista di obiettivi di riqualificazione e controllo della spesa e di incentivazione del merito e dei livelli qualitativi della formazione e della ricerca universitaria, valorizzando le posizioni dei giovani più meritevoli e favorendone le attività, in un contesto che, come già sottolineato, preveda l’attivazione di un adeguato sistema di valutazione e verifica dei risultati raggiunti e un aggiornato modello di governance, nonché rinnovati meccanismi di reclutamento e di sviluppo delle carriere dei docenti e dei relativi impegni e riconoscimenti. Vanno parimenti riconsiderati con urgenza i criteri e il modello stesso di attribuzione delle risorse, facendo immediatamente confluire nel FFO tutte le varie assegnazioni finalizzate che oggi caratterizzano i trasferimenti statali e introducendo nella ripartizione tra gli Atenei maggiori elementi di premialità e fattori di riequilibrio a fronte di indicatori pienamente attendibili e significativi sia con riguardo alle azioni realizzate e ai risultati ottenuti sia in relazione alle condizioni di contesto e alle specificità e ai comportamenti dei soggetti interessati. E non è più sopportabile l’azzeramento dei finanziamenti per l’edilizia universitaria che impedisce sia l’avvio di nuove realizzazioni, funzionali alla didattica e alla ricerca o allo sviluppo di iniziative innovative, sia la semplice manutenzione delle strutture esistenti. 7. La CRUI prende atto positivamente dell’intenzione e-spressa dal Ministro Gelmini di procedere nelle prossime set-timane all’adozione di un piano programmatico che preveda le linee guida di riforma dell’università e della ricerca, anche come base di discussione e di approfondimento dei molti temi da affrontare. Le indicazioni e le proposte sviluppate nel presente documento si collocano e intendono offrire un positivo contributo in tale prospettiva. La CRUI si augura quindi che il Tavolo di consultazione istituito nei mesi scorsi presso il Ministero possa essere rapidamente chiamato a confrontare e sviluppare idee e proposte in vista di esiti operativi rapidi e efficaci. Nel contempo la CRUI auspica che si determinino condizioni idonee per un proficuo e rapido lavoro parlamentare sulle tematiche che richiedono interventi legislativi. Nessuno può tuttavia ignorare che il tempo a disposizione, trascorso il quale il processo di deterioramento del quadro finanziario risulterà irrecuperabile per tutte, indistintamente, le realtà universitarie del nostro Paese, è brevissimo. Gli Atenei italiani non saranno in grado di chiudere in pareggio i propri bilanci, facendo fronte ai loro impegni didattici, scientifici e di servizio, già a partire del 2010. In tali condizioni diventerà impraticabile anche ogni forma di confronto, al quale pure non ci si intende sottrarre, circa le possibili revisioni del quadro istituzionale e normativo di pertinenza degli Atenei. Contrariamente a molte immagini di comodo, l’Università italiana e le istanze che la rappresentano sono pronte a svolgere con coraggio la propria parte, trasformando, per quanto sta in loro e per quanto concretamente possibile, un passaggio difficilissimo e fortemente a rischio in un momento di rilancio e di rinnovamento. Governo e Parlamento devono dunque decidere e comunicare al Paese in quale misura formazione e ricerca siano considerate strategiche per lo sviluppo. La CRUI chiede al Governo un atto significativo di chiarimento e comportamenti conseguenti. Deve essere sin d’ora chiaro che, in assenza di provvedi-menti adeguati che diventino operativi entro il 2009, ai Rettori e alla CRUI non resterà che trarre le uniche conseguenze possibili e coerenti con le loro responsabilità di fronte ai rispettivi Atenei e al Paese. Testo allegato in pdf

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